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Anicetti, “S” di pasta frolla e zuccherini degli sposi

Buona domenica!!! Come va? Avete voglia di primavera? Oggi, per salutare la nuova stagione insieme a voi, vi ho preparato qualche idea per il tè delle cinque…che ne dite ad esempio di #anicetti, “S” di #pasta #frolla e “#zuccherini degli #sposi”?
Non è un caso che il #dolce sia associato alla fine di un pranzo in un giorno di #festa o, comunque, rimandi a un’idea di raffinatezza (lo stesso “#tè delle cinque” ne è un esempio), di quel “qualcosa in più” insomma che appaga e dà gioia a chi lo gusta. Anticamente, infatti, il sapore del dolce è sempre stato quello più difficile da riprodurre in cucina. Molto più facile, insomma, ottenere piatti più o meno salati rispetto a quelli dolci. Quest’ultimo sapore era appannaggio un tempo solo delle classi aristocratiche, che potevano permettersi lo #zucchero. Prima, è vero, esisteva la lunga tradizione del miele, che serviva un po’ tutte le tavole. Tuttavia non era la stessa cosa, rispetto alla duttilità dello zucchero. Ecco quindi spiegato perché, anche se magari non ci si pensa immediatamente, si chiude e si festeggia col dolce, che nei secoli è diventato sinonimo del “sapore” della festa.
Buona…#merenda e buona domenica!!!