Il piatto che voglio presentarvi oggi non è semplicemente una ricetta, ma più di altre volte diventa anche un fatto culturale.
Mi riferisco alla
#Pasta “
#fritta” del giorno dopo. Sì, proprio così. Qualcosa che arriva direttamente dalle cucine delle nostre
#nonne, e che ne conserva ancora intatto il gusto e il “sapere” (oltre che al sapore). Perché in effetti, in questa semplicissima ricetta (qui ho “fritto” un piatto di gramigna alla salsiccia, preparato il giorno prima), c’è un forte messaggio educativo (il cibo non si butta) e, insieme, un’idea per approcciare un piatto comune in un modo diverso. Avete mai provato? Per me merita davvero!
Dal punto di vista storico, questa volta, è un po’ difficile recuperarne le origini, perché appunto si tratta di una ricetta “povera” (ma ricca di gusto!), che si tramandava oralmente, senza documenti scritti. Il principio di base è comunque il medesimo dello gnocco o della crescentina fritta, che ci trascinano direttamente nell’Alto Medioevo, quando la cottura di cibi nello strutto divenne una prassi assai in voga anche da queste parti.
Ovviamente, io la pasta la “friggo” solo con un filo d’olio…Anzi, ora che mi sembra già pronta vado ad assaggiarla. Volete provare anche voi?